Capitolo 09

Mentre combatteva assiduamente e quasi senza tregua con i Sassoni, disposti i presidi lungo il confine nei punti strategici, si diresse in Spagna con tutto l'esercito che poté raccogliere. E superati d'un balzo i Pirenei, gli si consegnarono tutte le fortezze e i castelli che incontrava, finché non tornò sano e salvo con l'esercito. Nonostante ciò, mentre ritornava gli toccò di sperimentare per poco la perfidia dei Guasconi lungo le vallate dei Pirenei. Infatti mentre l'esercito avanzava in una lunga fila per seguire la conformità angusta del luogo, i Guasconi si appostarono sulla cima di un alto monte - infatti questo luogo è ideale per tendere imboscate perché nascosto dai boschi, di cui vi è grande abbondanza - e tesero un'imboscata alla parte finale delle salmerie e alla retroguardia che avanzava di scorta per proteggere chi gli stava davanti. Si gettarono all'attacco nella valle sottostante e attaccata battaglia li uccisero fino all'ultimo uomo, e saccheggiate le salmerie, si dispersero rapidamente al sicuro in luoghi diversi sfruttando le tenebre che già avanzavano. In questo fatto i Guasconi erano aiutati dalla leggerezza delle loro armi e la conformazione del luogo, al contrario la pesantezza delle armi e la posizione sfavorevole del terreno giocava a sfavore dei Franchi in ogni aspetto. In questa battaglia furono uccisi insieme a molti altri Eggihardo, preposito della mensa regia, il Conte palatino Anselmo e Rolando, prefetto della frontiera con la Bretagna. Questo fatto non è stato ancora vendicato, perché dopo l'attacco i nemici si dispersero a tal punto che non lasciarono alcuna traccia di dove si sarebbero potuti cercare.

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