Vita di Carlo Magno

Capitolo 20

Aveva un figlio di nome Pipino, avuto con una concubina, che non ho citato prima. Era bello di viso, ma deforme per la gobba. Mentre il padre svernava in Baviera durante la guerra contro gli Unni, simulò una malattia e organizzò una congiura contro suo padre insieme ad alcuni nobili Franchi che gli avevano inculcato vane promesse di ottenere il regno. Dopo che la congiura fu scoperta e i congiurati condannati, il Re accolse la sua richiesta di farsi monaco e ritirarsi a vita religiosa nel monastero di Prüm.

Capitolo 19

Decise di provvedere per i suoi figli, sia maschi che femmini, un'educazione nelle arti liberali, alle quali anche lui si dedicava. Dopodiché i maschi, giunta l'età prevista, iniziavano ad andare a cavallo, ad esercitarsi con le armi e la caccia secondo il costume dei Franchi. Mentre stabilì che le figlie si istruissero nell'arte della lavorazione della lana con il rocchetto e il fuso e non si intorpidissero restando inoperosi ma si dedicassero al lavoro e praticassero una profonda onestà. Prima di morire perse due figli e una figlia.

Capitolo 18

È certo che si dedicasse alla cura, all'ingrandimento così come al all'abbellimento del regno. Da questo momento inizierò a descrivere le qualità del suo animo e la grande perseveranza sia nella buona che nella cattiva sorte, e gli altri aspetti della vita privata e familiare. Dopo la morte del padre, mentre divideva il regno con il fratello, sopportò con grande pazienza la sua avversione e invidia, con grande sorpresa di tutti al punto che in alcun modo gli gli riusciva di provocarne l'ira.

Capitolo 17

Il Re, benché si fosse tanto speso nell'ampliamento del regno e nella conquista di nazioni straniere e allo stesso modo si fosse sempre pieno di impegni, tuttavia iniziò molte opere per il prestigio e l'abbellimento del regno in diversi luoghi e alcune le portò anche a compimento.

Capitolo 16

Accrebbe la gloria del suo regno con l'amicizia di altri re e popoli. Per esempio strinse con Alfonso Re di Galizia e Asturia un'alleanza così forte che quando quest'ultimo gli inviava lettere o ambasciatori, non si nominava in altro modo se non come suo devoto. Anche i Re degli Scoti erano talmente riconoscenti della sua generosità, che non lo chiamavano in altro modo che loro signore ed essi stessi non si definivano che suoi sudditi e servi.

Capitolo 15

Queste sono le guerre che il potentissimo Re condusse in quarantasette anni, questa fu infatti la durata del suo regno, in diverse regioni, con grande attenzione e successo. Ampliò così quasi del doppio il Regno dei Franchi, che aveva ricevuto da suo padre Pipino già esteso e forte. Infatti precedentemente non si estendeva oltre quella parte della Gallia comprea tra il Reno, la Loira, l'oceano e il mare delle Baleari.

Capitolo 14

L’ultima guerra che condusse fu contro i Normanni, che sono chiamati Danesi. Al principio pratiavano la pirateria, poi presero a devastare ampi tratti della costa della Gallia e della Germania con grandi flotte. Il loro Re Godefrido era tanto ambizioso da credere di poter appropriasi di tutta la Germania. Credeva che la Frisia e la Sassonia non fossero altro che sue province. Aveva già assoggettato gli Obodriti, suoi vicini, facendone dei tributari.

Capitolo 13

Dopo questa campagna scoppiò la guerra più grande che abbia mai combattuto, fatta salva quella contro i Sassoni, ovvero quella contro gli Avari o Unni. La condusse con maggior ardore che le altre e mise in campo l'apparato più grande.

Capitolo 12

Placati così quei moti, gli Slavi, che solitamente chiamiamo Wilzi, ma che nella loro lingua si chiamano Welatabi, scatenarono una guerra. In questa tra le altre nazioni che dovevano seguire le insegne del Re, militavano come ausiliari anche i Sassoni, sebbene con falsa e poca obbedienza. La guerra scoppiò perché gli Obodriti, che un tempo erano alleati dei Franchi, lanciavano continue incursioni e non c'era modo di farli desistere.

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