Capitolo 35

Nell’era ispanica 659, decimo anno dell’imperatore Eraclio, prese lo scettro del regno Suintila per grazia divina. Questi sotto il regno di Sisebuto, ottenuta la carica di comandante, sottomise le fortezze romane e sconfisse i Rucconi. Dopo che assunse all’apice del regno, riuscì a ottenere combattendo le città che erano ancora in mano ai Romani in Spagna e si fregiò di grande gloria rispetto agli altri re, riunendo per primo tutta la Spagna tra i due mari sotto lo stesso regno, cosa che non riuscì a nessun altro prima di lui. Accrebbe la sua fama in battaglia affrontando due patrizi, dei quali uno lo conquistò con l’astuzia, l’altro lo sottomise con la forza. All’inizio del suo regno lanciò una spedizione contro i Baschi che con una incursione avevano saccheggiato la provincia Tarraconense. Quei popoli di montagna furono a tal punto atterriti dal suo arrivo che subito consegnarono le spade, stesero le mani in forma di preghiera e gli sottomisero il collo come supplici quasi riconoscessero già il suo diritto. Diedero ostaggi, fondarono con i propri mezzi e col proprio lavoro la città dei Goti di Ologico, offrirono sottomissione al suo regno, promisero di obbedire ai suoi ordini e di compiere qualunque cosa avesse ordinato. Oltre ai successi militari, nella sua maestà regale aveva altre qualità: fede, temperanza, dedizione, risoluto nel giudicare, dedicava una cura particolare nel governare, generoso con tutti, disponibile verso gli indigenti e i poveri, abbastanza misericordioso al punto che non solo era degno di essere chiamato principe dei popoli, ma anche padre dei poveri. Suo figlio Ricimiro assurse come coregnante e governò felicemente insieme al padre. Durante la sua infanzia brillava per devozione al punto che nel suo carattere e nel suo aspetto si vedevano i segni delle qualità paterne. Per questo sia beato il signore dei cieli e del genere umano, che con il consenso paterno lo ha associato al regno, in modo che sia degno della successione dopo un così lungo governo del padre. In questo modo per il regno dei Goti si contano dall’ascesa di Re Atanarico al quinto anno del regno del glorioso principe Suntila 256 anni, per grazia di Dio.

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