Nell’era ispanica 650 secondo anno dell’Imperatore Eraclio, dopo Gundemaro fu eletto alla dignità regale Sisebuto, che regnò per otto anni e sei mesi. All’inizio del suo regno ebbe un certo ardore nel convertire i Giudei alla fede cristiana, ma non secondo coscienza: infatti obbligò con la forza quelli che era opportuno stimolare alla fede con la ragione. Ma, come è scritto, Cristo sarà annunciato o per opportunità o per verità. Fu un uomo chiaro nel parlare, dotto nel giudicare, istruito in parte nelle lettere. Alla prova delle armi fu efficace. Infatti quando si ribellarono gli Asturiani, inviato un esercito al comando del generale Richilane, li ridusse in suo potere. Attraverso i suoi generali sconfisse i Rocconi, circondati da monti impervi. Vinse anche due volte i Romani comandando di persona e assoggettò alcune delle loro città. Era a tal punto clemente che liberò molti di quelli che il suo esercito aveva catturato, pagandone il riscatto direttamente dal suo tesoro personale. Alcuni dicono che morì di malattia, altri per aver bevuto eccessivamente un veleno. Lasciò il figlio piccolo Reccaredo che governò per pochi giorni per poi morire anche lui.
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