Capitolo 26

Nell’era ispanica 587, ventiquattresimo anno dell’Imperatore Giustiniano, morto Teudiselo, fu fatto Re Agila, che regnò per cinque anni. Questi attaccò la città di Cordoba in disprezzo della religione cattolica e recò offesa al beatissimo martire Acislo. Lo profanò al punto che macchiò il suo santo sepolcro acquartierando i suoi soldati e i cavalli. Quindi attaccata Cordoba con la forza, ricevette la giusta punizione da parte dei santi. Infatti mentre conduceva la guerra fu colpito dalla vendetta e lì perse suo figlio con gran parte dell’esercito, insieme al tesoro e a grandi ricchezze. Quindi sconfitto e assalito da una terribile paura fuggì a Mérida. Dopo un certo tempo, Atanagildo, preso dalla brama di regnare si ribellò contro di lui e distrusse grazie alle sue capacità militari un esercito che gli era stato inviato contro a Siviglia. Quindi i Goti vedendo che potevano essere distrutti gli uni con gli altri e temendo ancor di più che i nemici cogliessero l’occasione per invadere la Spagna, uccisero Agila a Mérida e assegnarono il regno a Atanagildo.

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