Capitolo 18

Nell'era ispanica 491, secondo anno dell’Imperatore Marciano, Teodorico successe nel regno dopo la morte del fratello e regnò per tredici anni. Dall’Aquitania invase le Spagne con un grande esercito e con il permesso dell’imperatore Avito poiché dopo che Avito aveva assunto gli onori imperiali gli aveva offerto il suo aiuto nelle Gallie. A questi si oppose con grandi forze il Re degli Svevi Requiario a dodici miglia da Astorga, presso il fiume Obrigo, e data subito battaglia fu vinto con grande strage dei suoi soldati, alcuni catturati e molti altri messi in fuga. Lo stesso Re colpito da un dardo si diede alla fuga e privo di difese dei suoi fu catturato a Oporto e consegnato vivo a Teodorico. Una volta morto molti di quelli che erano sopravvissuti alla battaglia gli si consegnarono, altri furono comunque trucidati e il regno fu quasi distrutto e gli Svevi estinti. Gli altri Svevi che erano rimasti ricostruirono il regno degli Svevi e innalzarono Re Masdra, figlio di Massile. Ucciso Requiario, Teodorico avanzò dalla Galizia alla Lusitania e quindi si preparò a saccheggiare la città di Emerita. Fu colpito da una visione della santa martire Eulalia: subito se ne andò con tutto l’esercito e ritornò nelle Gallie. Quindi inviò subito il duca Ceurila nella Betica con una parte dell’esercito. Inviò l’altra parte con i comandanti Sumerico e Nepoziano in Galizia, dove gli Svevi stavano ferocemente saccheggiando presso Lugo. Nelle Gallie il conte Agrippino, rivale del conte Egidio, per ottenere l’aiuto dei Goti, cedette Narbona a Teodorico. Dopodiché Remismondo, figlio di Masdra Re degli Svevi, inviò alcuni legati a Teodorico per chiedere la pace e l’amicizia. Allo stesso modo Teoderico li reinviò a Remismondo con in aggiunta soldati e doni, insieme alla sposa che aveva. Teoderico inviò di nuovo anche il legato Sallane a Remismondo. Però quando questi ritornò nelle Gallie trovò Teodorico ucciso per suo fratello Eurico.

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