Vorrei, se è possibile, riportare brevemente quelle cose che sono successe ai cristiani che credono nella beata Trinità e agli eretici che li vogliono ridurre in rovina. Omettiamo, di come lo stesso Abramo l’abbia venerata presso il leccio, di come Giacomo l’abbia stabilita nelle benedizioni e di come Mosè l’abbia conosciuta presso il roveto, di come il popolo l’abbia seguita nella nube e l’abbia temuta sul monte, o di come lo stesso Aronne l’abbia portata sul petto o di come Davide l’abbia vaticinata nel salmo, pregando di rinnovare sé stesso attraverso uno spirito giusto, né che lo spirito santo sia portato via da sé e che sia rassicurato nello spirito principale. Per mio conto ritengo sia più importante quello che la voce profetica annunciava come principale, come è ovvio, che invece gli eretici ritengono esserlo meno. Ma tralasciando tutto ciò, come abbiamo detto, ritorniamo alla nostra narrazione. Infatti Ario, che di quella setta di malvagi fu il primo malvagio inventore, ritiratosi dalla vita mortale, fu condannato alle fiamme dell’inferno, mentre il beato Ilario, difensore dell’unità della Trinità, fu per questo restaurato nella sua patria e in Paradiso.
Questo professò Re Clodoveo, schiacciando questi stessi eretici con il suo aiuto ed espandendo il suo regno per tutta la Gallia. Alarico che la negava, fu privato del regno, del popolo e finanche della stessa vita eterna, che è la cosa più importante. Infatti ai veri credenti, anche se perdono qualcosa a causa del nemico, Dio gliela restituisce centuplicata, mentre gli eretici non solo non ottengono nulla in più, anzi vengono privati di quello che sembra essere loro. Lo dimostra la morte di Godigisilo, Gundobaldo e Godomaro che persero la patria insieme all’anima. Noi invece crediamo in un solo, invisibile, immenso e incomprensibile, illustre, perenne e perpetuo Dio, uno nella Trinità delle persone, che sono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; crediamo nella unità della trinità per l’uguaglianza della sostanza, dell’essenza di dio, dell’onnipotenza e della virtù. Che è Dio unico sommo e onnipotente regnante nei secoli dei secoli.
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