Il vescovo di Verdun Desiderato, a cui li Re Teodorico aveva inflitto molte offese, dopo molte sventure, danni e rovine, grazie a Dio, ritornò in libertà e gli fu affidato, come abbiamo detto, l’episcopato di Verdun. Ma vedendo i suoi abitanti molto poveri e abbandonati se ne doleva. Poiché era stato privato dei suoi beni da Re Teodorico e non ne aveva di prori per poterli consolare, conoscendo la bontà e clemenza del Re Teodeberto verso tutti, gli inviò una legazione dicendogli: "La tua bontà è conosciuta ovunque e tanta è la tua generosità che elargisci doni anche senza che ti vengano chiesti. Ti grego, se la tua pietà possiede qualche denaro, di prestarcelo, così che possiamo sollevare i nostri cittadini dalla povertà. E una volta che questi avranno ripreso gli affari nella nostra città come sono nelle altre, ti restituiremo la somma con gli interessi dovuti". A che il Re, mosso dalla pietà, gli prestò settemila aurei, che il vescovo prese e distribuì ai suoi concittadini. Grazie a questo gli affari si ripresero bene e così continuarono fino ad oggi. Quando allora il vescovo porse al Re il denaro che gli doveva, questi rispose: "Non ne ho bisogno: mi è sufficiente che i poveri che erano oppressi dalla miseria siano stati sollevati dal tuo consiglio e dalla mia generosità". Così senza esigere nulla, i cittadini di Verdun si fecero ricchi.
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