A quel tempo era grande sacerdote di Dio a Langres il beato Gregorio, famoso per i suoi miracoli e le sue virtù. Ma poiché abbiamo già parlato di questo vescovo, crediamo sia ben accetto se inseriamo una descrizione della località di Digione, dove per lungo tempo aveva vissuto. Nel mezzo della pianura c’è una fortezza dalle possenti mura e le terre sono abbastanza rigogliose, tanto fertile e feconde che dopo aver arato il campo una sola volta e gettato la semenza, si genera grande abbondanza di frutti. A sud c’è il fiume Ouche, molto ricco di pesci. Da nord scorre un altro fiumiciattolo che entra per una porta, scorre sotto un ponte ed esce a sua volta per un’altra porta, circondando tutte le opere difensive della città con placide onde, terminando col far girare i mulini davanti alla porta. Ci sono quattro porte ai quattro angoli del mondo e tutta la città possiede trentatre torri, una muraglia alta venti piedi di pietre quadrate sopra una parte di pietre più piccole, alte trenta piedi e profonde quindici. Perché non sia considerata una città non lo so. Inoltre possiede attorno fonti rigogliose: ad occidente ci sono dei monti rigogliosi di viti che forniscono agli abitanti un tan nobile falerno che rifiutano il vino di Ascalona. Gli anziani dicono che queste cose siano state costruite dall’imperatore Aureliano.
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