Roma

Capitolo 28

Non appena il Papa si rese conto che sarebbe stato ripreso, gli offrì con molta cortesia i mezzi per copiare il libro e tramite questi lo inviò in Spagna perché fosse letto. Qui infatti avevano accesso ai Commenti al libro di Giobbe, solo attraverso quello che il beato Leandro, vescovo di Siviglia, aveva preso e portato con tutti gli onori.

Capitolo 23

Al suo tempo accadde che il crollasse all'improvviso la copertura dell'iscrizione del beato martire di Cristo Eusebio. Il santissimo uomo con tutta la sua forza e saggezza la ristabilì come era in antichità, inoltre riparò quello che era caduto e lo restaurò ottimamente. Questo straordinario pontefice portò a miglior stato molti luoghi sacri e appese ottime tele sopra gli altari delle stesse chiese di Dio.

Capitolo 20

In quel periodo morì Teodoro, figlio maggiore di Megisti di Xanto, che per ottenere il perdono dei suoi delitti, lasciò a San Pietro il podere che aveva avuto in usufrutto per eredità paterna, sito a cinque milia da Roma, sulla via Tiburtina, dove si scorge l'oratorio di Santa Cecilia.

Capitolo 19

In quello stesso tempo il Signore nostro Dio ritenne giunto il momento di svelare la presenza, in quella stessa città di Roma, di un grande tesoro, graze a quello stesso benefico pontefice. Infatti nella venerabile basilica del Laterano, quello stesso Papa trovò la sacra testa del beato Gregorio martire, nascosta in una cassa. Insieme vi trovò un biglietto, scritto in lettere greche, che ne spiegava il significato.

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