Capitolo 47

A quel tempo, nell’era ispanica 736, nel primo anno di Leonzio, ottantesimo degli Arabi, sedicesimo di Abd-al Malik, Egica nominò coreggente ed erede suo figlio Witiza governando insieme il Regno dei Goti. Questi successe al padre sul trono. E benché insolente era tuttavia molto clemente e restò nel governo per quindici anni. Questi non solo perdonò quelli che il padre aveva condannato e si erano rifugiati in esilio, ma li tenne perfino come suoi clienti. Infatti a quelli a cui il precedente Re aveva oppresso con il giogo, questi lo aveva ridotto con loro grande sollievo e quelli che aveva privato della terra, questi con misericordia gliela restituì come dono. Così alla fine convocatili tutti, brucia davanti a loro ufficialmente i contratti, che suo padre aveva sottratto loro con l’inganno e non solo li lasciò esenti da un vincolo insolubile, ma restituì addirittura le proprietà private già incamerate dal fisco e li restaurò nell’Ufficio Palatino.
In quel periodo resse la sede episcopale della città regia di Toledo con grande accortezza e autorità Felice, il quale tenne alcuni concili anche con entrambi i principi ancora in vita.

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