Capitolo 44

A quel tempo, nella era ispanica 726, nel suo primo anno di regno, nel settantesimo degli arabi, mentre Abd al-Malik regnava da cinque anni, Egica ottenne il primo e più alto potere per difendere il regno de Goti, e regnò per quindici anni. Perseguì duramente i Goti fino alla morte. Durante il suo regno si diffuse senza pietà una piaga inguinale. Nel primo anno del suo regno, nell'era ispanica 726, celebrò un concilio nella città di Toledo, nella chiesa pretoriana dei santi apostoli Pietro e Paolo, raccogliendo tutti i vescovi della Spagna e delle Gallie. Si distinse il sapiente Giuliano, che Dio lo abbia in gloria, tra sessanta vescovi, una grande assemblea di cristiani, il clero e tutto il popolo che trepidava attorno. Qui, tra le altre cose, pretese che il sinodo lo liberasse dai giuramenti che aveva prestato con grave danno al precedente principe Ervigio. In quel tempo il santissimo Giuliano, metropolita della città regia, aveva da poco inviato a Roma il libro "Sulle tre sostanze" che aveva scritto due anni prima. Il Papa di Roma aveva ordinato di rifiutarlo perché, leggendolo senza attenzione vi aveva trovato la frase: "la volotà genera la volontà". In quel consiglio, per esaltazione del suddetto principe, di fronte a testimoni attendibili, il Vescovo Giuliano si discolpò citando i dottori della chiesa che confermavano ciò che era scritto nel testo che aveva inviato a Roma. Quindi ne inviò un secondo con un elogio all'Imperatore, così come già aveva fatto con il primo, attraverso uomini di chiesa educati como fedeli servi di Dio e molto eruditi sulle sacre scritture, che erano suoi legati: un presbitero, un diacono e un suddiacono. Roma lo ricevette degnamente e con devozione e ordinò che fosse letto da tutti e fu datoa conoscere all’Imperatore acclamando: "Sia lode a te, Dio, fino ai confini della terra". Fu inviata una lettera di ringraziamento a Giuliano tramite gli stessi legati dalla quale si evinceva che tutto quello che aveva scritto fosse giusto e conforme alla fede.

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