Capitolo 28

Non appena il Papa si rese conto che sarebbe stato ripreso, gli offrì con molta cortesia i mezzi per copiare il libro e tramite questi lo inviò in Spagna perché fosse letto. Qui infatti avevano accesso ai Commenti al libro di Giobbe, solo attraverso quello che il beato Leandro, vescovo di Siviglia, aveva preso e portato con tutti gli onori. Tuttavia il Papa interrogò Taione e lo obbligò a rivelare sotto giuramento in che modo gli fosse stato indicato con tanta precisione il luogo in cui si trovavano quei libri. Alla fine, dopo molte suppliche, lo raccontò senza tutto d'un fiato. Una notte aveva chiesto ai custodi della chiesa di San Pietro di restare lui di guardia. Dopo aver raggiunto il suo scopo, nel mezzo della notte, mentre pregava in ginocchio davanti alla tomba del beato apostolo Pietro con grandi lamenti, una luce dal cielo illuminò tutta la chiesa al punto da rendere inutili i candelabri. Contemporaneamente a questa luce entrò una schiera di santi attorniata da voci che salmodiavano e da lampade lucenti. Fu quindi colto da grande paura, finché, terminata la loro preghiera, a poco a poco da quel gruppo di santi avanzarono con passo incerto due anziani vestiti di bianco. Lo trovarono quasi morto e dopo averlo dolcemente salutato lo fecero ritornare in sé. Fu da questi interrogato sulla causa che lo avesse spinto a sopportare tante fatiche e sul perché fosse venuto dall’Occidente per un così lungo viaggio via mare. Ascoltarono attentamente tutto quello che diceva quasi non sapessero nulla. Allora, dopo averlo rianimato con molte parole, gli indicarono il luogo esatto dove erano nascosti i libri. A questo punto gli chiese chi fosse quella schiera di santi che li accompagnava con tale luce. Risposero che erano Pietro apostolo di Cristo e Paolo che si tenevano insieme per mano, insieme a tutti i successori della chiesa che riposavano in quel luogo. Subito dopo gli chiese chi fossero colui con i quali stava avendo tale mirabile conversazione. Uno di essi gli rispose essere Gregorio, proprio lo stesso di cui voleva trovare i libri e che gli si erano avvicinati per ripagare il suo grande sforzo e contraccambiare il suo profondo desiderio. Quindi gli chiese se in quella santa moltitudine ci fosse anche il sapiente Agostino, del quale amava leggere i libri con avidità, come aveva fatto lo stesso San Gregorio. Così rispose quell’uomo santissimo e riconoscente di tutta quella curiosità: Agostino che cerchi si trova in un luogo più alto rispetto a noi.
Quando quel sant’uomo riprese a camminare, sparì dai suoi occhi insieme alla luce, spaventando persino i custodi. Per questo da quel giorno il venerabile Taione acquistò grande rispetto agli occhi di tutti presso la sede apostolica, mentre prima era desprezzato come un uomo da poco.

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