Nuovamente l’anno dopo, messo in marcia tutto l’esercito dei Franchi si recò a Nevers passando per Troyes e Auxerre. Qui tenne un placido al campo di Maggio con i Franchi e i suoi nobili. Dopodiché attraversata la Loira entrò in Aquitania, giungendo fino a Limoges devastando tutta quella regione diede alle fiamme le città che si erano consegnate a Waifer. Devastata quasi tutta la regione, svuotati i monasteri, raggiunse Issoudun dove si trovavano la maggior parte delle vigne aquitane e iniziò a distruggerle. Qui quasi tutta l’Aquitania, sia le chiese che i monasteri, i ricchi e i poveri, erano soliti approvigionarsi di vino. Fatto ciò, Waifer si diresse contro il Re con tutto il suo esercito e molti Guasconi que vivono oltre la Garonna, che anticamente si chiamavano Vaceti. Ma subito, come di consueto, tutti i Guasconi si diedero alla fuga e molti furono uccisi dai Franchi. Saputo ciò il Re ordinò di inseguirlo e ciò avvenne fino al calar della notte quando Waifer si diede alla fuga con pochi superstiti. In questa battaglia fu ucciso il Conte d’Alvernia Blandino, che inizialmente era stato catturato dal re e poi si era rifugiato presso Waifer. Il Re Pipino, per grazia di Dio, ottenne la vittoria. Chiusasi questa battaglia, si recò a Digoin sulla Loira con tutto l’esercito dei Franchi, per poi ritornare invitto in patria attraverso il territorio di Autun. Waifer inviò una legazione al Re per chiedergli di restituire la città di Bourges e le altre dell’Aquitania che il re gli aveva conquistato, e in cambio Waifer gli si sarebbe sottomesso. Avrebbe quindi inviato ogni anno a Re Pipino i tributi che i suoi predecessori erano soliti versare al Re dei Franchi da parte della provincia di Aquitania. Ma su consiglio dei Franchi e dei suoi nobili, il Re non accettò.
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