Cronaca Anglo-Sassone

Quelli che vanno sotto il nome di Annali Anglo-Sassoni, sono una raccolta di testi diversi, spesso frammentari, composti in Inghilterra in un periodo che va dal IX al XII secolo. Le mani che hanno vergato questi manoscritti sono sicuramente diverse e non è possibile rintracciarne l'identità. Si ritiene comunque che una prima edizione rilsaga all'epoca di Alfredo il grande, Re del Wessex, che ne sarebbe il promotore.
La parte che copre gli avvenimenti precedenti a questo periodo riprende e completa la Storia Ecclesiastica degli Angli di Beda, riutilizzandone il materiale e integrandolo probabilmente con altri annali dispersi nei vari regni anglosassoni, di cui non ci è rimasto alcun documento.

Nota del traduttore
La traduzione si basa sulla versione in inglese moderno di E. E. C. Gomme, pubblicata nel 1909 da George Bells and Sons, London.

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Nota di traduzione
Per i nomi di persona e di luogo si è cercato di seguire la dizione italiana più diffusa. Nel primo caso, si sono utilizzate le versioni italiane correnti dei nomi antichi. È questo il caso di Carlo o Gregorio. Per Pipino, benché non sia una versione italiana corrente, la si è comunque mantenuta per tradizione storiografica. Per nomi che non hanno un italiano equivalente diffuso si è cercato comunque di italianizzarli. Questo perché avrebbe comportato un ulteriore lavoro di interpretazione risalire all'originale germanico, spesso nascosto sotto le diverse versioni latine.
Si è cercato di mantenere quanto più possibile gli epiteti dei personaggi, anche a discapito della fluidezza della lettura, in quanto spesso nascondono evoluzioni storiche o sociali.
Nel caso dei nomi di luoghi si è utilizzata la versione italiana qualora presente, in alternativa la versione in lingua locale.
Si sono abolite tutte le formule qui dicitur, qui vocant perché eccessivamente ridondanti.
Nel limite del possibile si è cercato di utilizzare una traduzione univoca a fronte del medesimo lemma latino. Questo salvo fastidiose ripetizioni o la necessità di esprimere un concetto più complesso con una traduzione italiana più adeguada.
Per il tempo si è mantenuta la versione latina, ad esempio quarte idi di luglio e non dodici luglio. Si è pensato che, a discapito dell'immediata comprensione per il lettore moderno, la dicitura antica sia in grado di restituire meglio il senso del tempo degli autori delle cronache. L'organizzazione del materiale del sito segue però la scansione del tempo contemporanea.

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