Capitolo 75

Quindi giunse ai confini della Castiglia, alla fortezza di Pancorbo. Qui scelse di combattere di sua volontà ma il terzo giorno si ritirò dopo essere stato pesantemente sconfitto. Comandava la fortezza il conte Diego. Quindi incontrò difeso Castrojeriz e non prese nessuna inziativa contro di esso. Nel mese di agosto entrò nei confini del León. Ma avendo appreso che il nostro Re si trovava in quella città e rendendosi conto che aveva già stabilito di combattere contro di loro nella fortezza di Sublanzo, lasciò il fiume Cea di notte e alle prime luci dell’alba giunse a quella fortezza prima che il nostro esercito potesse arrivarvi. Ma in quella fortezza non trovò nulla eccetto case vuote. Nonostante ciò il giorno successivo il nostro Re li aspettava ancora alacremente in città per combattere, ma quell’esercito non solo non venne a León ma in nessun modo prese il cammino dell’anno precendente né attraversò il fiume Esla, ma ritornarono al Cea per la fortezza Coianca. E distrussero fino alle fondamenta la casa di San Facondo e Primitivo. Quindi tornando indietro per il porto chiamato Balatcomalti entrarono in Spagna. In verità lo stesso Abuhalit, mentre era dentro i confini del León, inviò molte parole di pace al nostro Re. Anche per questo il nostro Re inviò un ambasciatore di nome Dulcidio, presbitero di Toledo, con lettere per il re di Cordova nel mese di settembre. All’attuale mese di novembre non è ancora ritornato.