Dopo che se ne andarono i monaci, arrivò l'esercito dei Longobardi. Questi giunsero al luogo dove il sant'uomo viveva in clausura, saccheggiando tutto quello che trovavano. Al che il monaco si mostrò dalla finestra di una torre. Quelli circondarono la torre e mentre cercavano per quale ingresso potessero entrare senza trovarlo, due di loro salendo sul tetto lo scoprirono. E vedendolo legato con catene e vestito di pelli di capra dissero: "Questi è un malfattore e ha commesso un omicidio, per questo lo tengono legato". Chiamato un interprete, cercarono di capire da lui quale male avesse commesso, per infliggergli la giusta pena. Al che confessò di essere un omicida e colpevole di ogni crimine. Uno di loro quindi, estrasse la spada per mozzargli la testa ma subito la destra restò sospesa in quel colpo e non poteva ritirarla. Quindi lasciò cadere la spada a terra. I suoi compagni, vedendo ciò, gridarono verso il cielo, chiedendo al santo che insegnasse loro con clemenza quello che dovevano fare. Questi, fatto il segno del saluto restituì la salute al braccio rinsecchito. Il Longobardo che era stato guarito, convertito alla fede in Cristo, si fece subito chierico, quindi monaco e rimase in quel luogo servendo Dio fino alla fine dei suoi giorni. Quindi i due duchi Longobardi che avevano ascoltato le parole venerabili del beato Ospizio, ritornarono incolumi in patria. Altri, che avevano disprezzato le sue parole, morirono miseramente nella stessa Provenza.
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